Lo sapevo. Il dolore alle ossa era insopportabile. Non ero riuscita a dormire, ancora. Ore di addestramento. Ore di infinite lezioni. Ore di ricognizione. L'istituto non era fatto per i deboli. Quelli venivano fatti fuori in due o tre giorni, per i pi� fortunati. L'istituto era fatto di soldati preparati per affrontare la follia.
Demoni. Okay, non era proprio quello che vi aspettavate a inizio lettura ma s�, demoni.
Nel regno dove mi collocavo, un territorio un tantino di merda ma dal nome poetico: Serenity, che di tranquillo non aveva un bel niente (mi limiter� con le parolacce proprio come richiesto dal regolamento) i demoni erano sempre esistiti, cos� come eravamo esistiti noi: la stirpe dei Demon Hunter.
Severamente addestrati (torna sopra alle ore impiegate) e pronti a rischiare la propria vita senza remore, i Demon Hunter avevano l'arduo compito di proteggere gli innocenti dall'assalto del nemico.
Ma fermiamoci un secondo e torniamo indietro... ancora... sino all'origine di tutto. Secoli prima, molti secoli prima, moltissimi secoli (okay, evitiamo di essere dettagliati) umani e demoni coesistevano su Serenity prima che l'equilibrio fosse spezzato per sempre.
Da allora i demoni hanno un passatempo preferito cio� nutrirsi dell'anima umana.
- Dafne di Tirial, dove hai lasciato la testa stamattina? -
Eccolo.
Se io non fossi stata una sua sottoposta e lui il mio supervisore, con ogni probabilit�, saremmo finiti a letto.
Be', tecnicamente lui predilige le donne mature pur avendo con me un distacco di un paio d'anni ma?. Che sedere!
Scusate mi ero distratta.
Cazzo. Quei pantaloni neri erano cos� aderenti da farti prudere le mani.
Cosa avrei dato per poterlo tastare un po'.
-Duecento flessioni- ordin� risoluto.
Lo guardai scettica.
Alexander Garrinton era ci� che poteva essere definito: dio sceso sulla terra per tormentare ogni senso femminile, senza nessuna piet�.
Capelli neri, occhi ancor pi� cupi, corpo impeccabile e sedere? vi ho gi� parlato del suo sedere?
-Dietrazione mentre parlo equivale a punizione. Duecento. Adesso.-
Ero certa che godesse talvolta, nel mettere noi reclute in difficolt�. Ero certa anche che dimenticasse di chi la sottoscritta era figlia.
Sostenni il suo sguardo. Oscurit� contro Ostinazione. Il buio contro la tempesta.
I suoi occhi, celati contro i miei, verdi e cristallini.
Mi chinai. Non avrei potuto rifiutarmi. Rispettare gli ordini del supervisore. Anche questo faceva parte del nostro codice.
Compii la prima flessione.
-Conta.-
Lo avrei strangolato. Ma cazzo, come si poteva odiare e volere la stessa persona?
Okay ho detto di nuova una parolaccia. Il fatto � che quando si parla di lui, il mio cervello come tutto il resto va in tilt.
Tornai gi� ma fu i. Quel momento che vidi un paio di scarponi avvicinarsi.
Era Helen, un altro supervisore.
-Non hai saputo?-
Gli chiese ignorandomi deliberatamente.
-Le assegnazioni. Sono pronte.-
Ed ecco che si tornava a ballare.
Demoni. Okay, non era proprio quello che vi aspettavate a inizio lettura ma s�, demoni.
Nel regno dove mi collocavo, un territorio un tantino di merda ma dal nome poetico: Serenity, che di tranquillo non aveva un bel niente (mi limiter� con le parolacce proprio come richiesto dal regolamento) i demoni erano sempre esistiti, cos� come eravamo esistiti noi: la stirpe dei Demon Hunter.
Severamente addestrati (torna sopra alle ore impiegate) e pronti a rischiare la propria vita senza remore, i Demon Hunter avevano l'arduo compito di proteggere gli innocenti dall'assalto del nemico.
Ma fermiamoci un secondo e torniamo indietro... ancora... sino all'origine di tutto. Secoli prima, molti secoli prima, moltissimi secoli (okay, evitiamo di essere dettagliati) umani e demoni coesistevano su Serenity prima che l'equilibrio fosse spezzato per sempre.
Da allora i demoni hanno un passatempo preferito cio� nutrirsi dell'anima umana.
- Dafne di Tirial, dove hai lasciato la testa stamattina? -
Eccolo.
Se io non fossi stata una sua sottoposta e lui il mio supervisore, con ogni probabilit�, saremmo finiti a letto.
Be', tecnicamente lui predilige le donne mature pur avendo con me un distacco di un paio d'anni ma?. Che sedere!
Scusate mi ero distratta.
Cazzo. Quei pantaloni neri erano cos� aderenti da farti prudere le mani.
Cosa avrei dato per poterlo tastare un po'.
-Duecento flessioni- ordin� risoluto.
Lo guardai scettica.
Alexander Garrinton era ci� che poteva essere definito: dio sceso sulla terra per tormentare ogni senso femminile, senza nessuna piet�.
Capelli neri, occhi ancor pi� cupi, corpo impeccabile e sedere? vi ho gi� parlato del suo sedere?
-Dietrazione mentre parlo equivale a punizione. Duecento. Adesso.-
Ero certa che godesse talvolta, nel mettere noi reclute in difficolt�. Ero certa anche che dimenticasse di chi la sottoscritta era figlia.
Sostenni il suo sguardo. Oscurit� contro Ostinazione. Il buio contro la tempesta.
I suoi occhi, celati contro i miei, verdi e cristallini.
Mi chinai. Non avrei potuto rifiutarmi. Rispettare gli ordini del supervisore. Anche questo faceva parte del nostro codice.
Compii la prima flessione.
-Conta.-
Lo avrei strangolato. Ma cazzo, come si poteva odiare e volere la stessa persona?
Okay ho detto di nuova una parolaccia. Il fatto � che quando si parla di lui, il mio cervello come tutto il resto va in tilt.
Tornai gi� ma fu i. Quel momento che vidi un paio di scarponi avvicinarsi.
Era Helen, un altro supervisore.
-Non hai saputo?-
Gli chiese ignorandomi deliberatamente.
-Le assegnazioni. Sono pronte.-
Ed ecco che si tornava a ballare.